SI AVVICINA IL 25 ANNIVERSARIO

DEL TERREMOTO DEL 1980

 

Le barriere

 

Tra poco più di due mesi ricorreranno i 25 anni dal sisma del 23 novembre 1980 che sconvolse tutto il meridione lasciando segni visibili ancora oggi.  

Ma cosa hanno fatto le amministrazioni che si sono succedute in questi 25 anni alla guida dei nostri comuni per evitare che si ripetano simili tragedie? In particolare cosa hanno fatto le amministrazioni carottesi per evitare che si ripetano i lutti di 25 anni fa? Purtroppo pochissimo, anzi quel poco fatto credo abbia contribuito a peggiorare la situazione.

Nei mesi immediatamente succesivi al sisma ricordo i nostri assessori con delega alla protezione civile promettere che entro poche settimane sarebbe stato pronto e recapitato a casa un piano di emergenza che indicasse ad ogni singolo nucleo familiare dove recarsi in casi di emergenza (sismica o vulcanica) e, soprattutto, quali strade percorrere per giungere con il minimo dei rischi al luogo indicato dovrebbe avrebbe trovato medici ed assistenza. A tutt’oggi di quel piano di sgombero non vi è traccia. In compenso i nostri lungimiranti amministratori hanno pensato bene di infarcire i vicoli del nostro centro storico con barriere di ogni tipo che, nate per impedire il transito ai ciclomotori, in realtà avranno l’unica funzione di impedire una veloce fuga in caso di emergenza. Un primo manufatto, opera dell’ingegno dei politici succedutisi alla guida di Piano dal 1980 ad oggi, si può ammirare nella prima traversa S. Michele ben cementato per terra. Un secondo è situato nella seconda traversa S. Michele, esso permette il passaggio di massimo due persone contemporaneamente ed fissato al terreno mediante dei simpatici lucchetti che ovviamente in caso di panico risulterebbe impossibile aprire (pur ammettendo di aver a disposizione le chiavi).

 Un altro pregevole manufatto è posizionato in via Santa Margherita e permette il passaggio di una sola persona per volta, in questo caso il genio italico-carottese si è espresso al massimo delle sue potenzialità, pensate che questo “cancello” può essere aperto solo mediante un telecomando che azioni l’apertura elettrica, avete letto bene elettrica!!! Ora, non credo ci voglia un esperto o un luminare della scienza per intuire che la cosa più probabile che possa avvenire al verificarsi di un sisma e la mancanza di elettricità, d'altronde chiunque abbia un briciolo di memoria ricorderà che la sera del 23 novembre il terremoto venne preceduto di pochi secondi da un black-out generale. Quindi la mancanza di elettricità provocherebbe non solo il blocco del cancello ma, nel caso il terremoto si verificasse di sera, farebbe piombare le vie nel buio più assoluto. Buio che non permetterebbe ai cittadini in preda al panico di vedere le barriere posizionate sul proprio cammino con le conseguenze che lascio a voi immaginare (senza contare eventuali macerie ed altro che potrebbero ostruire i già piccoli varchi).

Spero che queste parole facciano riflettere chi di dovere e comunque mi auguro che non servano in un futuro per affermare “io l’avevo detto…”. In fondo per evitare le scorribande dei motorini bastano i semplici dossi artificiali i quali non sono di intralcio ai pedoni ma obbligano i centauri a rallentare.

 

DOMENICO CINQUE
(18 settembre 2005)